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III

Se lo amazzarsi da sé medesimo per non perdere la libertá
o per non vedere la patria in servitù procede
da grandezza di animo o da viltà, e se è laudabile o no.


Con tutto che questa disputa sia oggi sanza difficultá, attesa la determinazione della legge cristiana che proibisce alcuno farsi forza da sé medesimo, né dare termino alla sua vita fuora del tempo e del modo destinato da Dio; nondimeno volendo esaminarla colle ragione naturale e posposta la reverenza della fede cristiana, non si può negare che la non abbi molto dubio, ed è stata lungamente ventilata con vive ed acute ragione nelle scuole delli antichi filosofi ed uomini dotti, e tra li altri molto lucidamente da Cicerone e Cesare; approvata ancora colla autoritá di sommi uomini, de’ quali altri amazzandosi, altri reservandosi a migliori tempi, hanno fatto questa quistione piú dubia e piú oscura. La quale arebbe sanza controversia bisogno di essere discussa da piú sottile ingegno e da uno che fussi assuefatto nelle scuole della filosofia, della quale io non lessi mai libro; ma faccendosi questo discorso da me per esercizio proprio e non per utilitá di altri, basterá che io ne parli grossamente e solo con quelle ragioni che naturalmente mi occorrono.

E’ non si può negare che ciascuno che si amazza da sé medesimo in qualunque de’ casi proposti, non lo facci per fuggire qualcosa, la quale lui riputa male e la teme. Verbi-