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8 memorie di famiglia

che messer Luigi aveva fatto fermo giudicio avessi a fare cattiva riuscita; intanto che sendogli rubati certi arienti e cose di valuta in casa, insino a tanto non ritrovò chi era stato, tenne sempre per certo fussi stato Piero suo figliuolo; e di questa sua opinione del furto e del giudicio faceva in universale della riuscita avessi a fare Piero, ne fece ricordo a uno suo libro, di che di sopra è fatto menzione, e nondimeno, come di sotto si dirá, la riuscita sua fu ottima. Il che dimostra che e’ trascorsi de’ giovani sono fallaci, e non procedono sempre da mancamento di cervello ma da uno certo fervore di etá, el quale raffreddandosi cogli anni, non sono punto peggio di quegli che in gioventú sono stati moderati.

Andò di poi in compagnia di certi imbasciadori contro alla voluntá di messer Luigi, e sendo assaliti per la via dalla compagnia di messer Otto Buonterzo da Parma, fu preso lui solo per la fama della ricchezza del padre, e gli altri lasciati

    peste, Bartolomeo Valori gli fece scrivere sanza saputa di messer Luigi da Guidetto Guidetti che al podestá era preso che aveva a essere esaminato sopra cose di stato, e che di Piero si bucinava qualcosa, e confortalo in caso sia netto a venire insino a Firenze.
    Nel 1422 andò capitano delle galee grosse al viaggio di Levante: erano due galee grosse.
    Nel 1424 di gennaio andò imbasciadore a Siena.
    Nel principio dell’anno 1425 andò commessario a Faenza, per essersi accordato nuovamente el signor Guidantonio co’ fiorentini, e la guerra ridotta di lá. Di poi perché la riusciva pericolosa e si desiderava a Firenze assai non tentare la fortuna, gli fu del mese di..... sopragiunto Averardo de’ Medici sanza suo carico. Vi fu anche in quel mezzo mandato messer Giovanni d’Agobbio, per conto di madonna Gentile e per assettare certe differenzie con Niccolò da Tollentino e con Niccolò Piccinino. Andò capitano di Castracaro nel 1409.
    Di luglio 1427 andò imbasciadore allo imperadore, ed essendovi Giovanni si fece cavaliere, il che si interpretò avessi fatto per andargli innanzi: però si ragunorono messer Luigi Ridolfi, messer Matteo Castiglioni, Niccolò da Uzzano, Astore Gianni, Niccolò di Gino, Giovanni e Niccolò Barbadori, ser Pagolo di ser Landò, Simone Buondelmonti, Batista Guicciardini, Bindo da Ricasoli, Ridolfo Peruzzi e molti altri, e scrissongli si facessi cavaliere anche lui; non volle farlo.
    Nel 1429 alla fine dell’anno andò capitano della cittadella di Pisa.