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LA SAGGEZZA DEL DESTINO.


— Eppure qualche volta il destino è saggio, — mi disse Lorenza Ornelli, la prima volta che venne a trovarmi sola dopo il suo matrimonio. Ella sentiva intorno a sè non ancora spenti lo stupore e la curiosità sollevati da quelle nozze inattese, per cui una fanciulla quasi povera, quasi brutta, non più giovanissima, s’univa ad un uomo ricco, intelligente, ufficiale brillante e avventuroso come Ruggero Capua.

Me lo disse aprendo e chiudendo più volte il suo piccolo ventaglio di merletto e avorio, dono nuziale di un’amica, senza sollevare il volto ch’ella teneva spesso inclinato, quasi per far dimenticare a chi l’ascoltava le pochissime grazie che l’adornavano. Quindi alzò per un momento gli occhi ch’erano belli ed espressivi, come lo sono quasi sempre gli occhi delle brutte consapevoli, e mi vide così