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280 Brani di vita

sero più volontieri i pittori ed i poeti. Confrontate il terribile Dio del Savonarola colla benigna Maria alla quale il Benivieni esclamava con tanta piena d’affetto:

Vergine gloriosa,
     umile, santa e pia,
     madre, figliuola e sposa
     del tuo figlio, o Maria,
     deh volgi, prego, alquanto
     gli occhi tuoi da quel bene d’ogni bene.
     In noi discendi e il pianto
     la miseria e le pene
     vedi del servo tuo che a te sospira,
     a te, fonte d’amore,
     perchè in te sola il core
     spera, in te sol si posa, in te respira.
     Tu, madre di pietate,
     pelago di dolcezza,
     tu, specchio d’umiltate,
     fior d’ogn’altra bellezza,
     tu, porto di salute,
     tu, refugio dei miseri mortali,
     tu, fonte di virtute,
     sola dei nostri mali
     sei medicina e però a te ricorro,
     che le tue sante mani
     in me ne stenda e sani
     la piaga onde ferito a morte or corro.


Ah, chi scrive versi come questi, ama e crede veramente! Quanti oggi si protestano credenti e scrivono versi? Eppure quanti sanno trasfondere nell’opera loro tanta intensità d’affetto, tanta abbondanza di fede e d’amore? Se sapessero e se potessero