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importante, perchè il tracciato della via e le sue altezze sono date dalle carte dell’Istituto Geografico di uso comune, mentre le notizie sul comfort, sui soccorsi ecc., non si trovano che su queste carte speciali, fatte apposta pei ciclisti.

Partiamo dunque da Roma, vedova da qualunque sia segno convenzionale; ma non è colpa l’averli omessi perchè, sapendo tutti l’importanza della città, sarebbero stati un pleonasmo. La strada segue press’a poco la linea ferroviaria, meno la diversione dei colli Albani ed è l’antica via Labicana che si mette nella valle del Sacco, sul quale troviamo notato il ponte dopo Valmontone. Secondo la Guida del T. C. I. a Valmontone c’è per albergo Casa Ballarati e si trova un riparatore: secondo la carta della U. V. I. non è vero. Così a Ferentino il Baedeker nota una locanda modesta, e il Touring, che ha meno pretese, ne nota due, Stella e S. Antonio, con un riparatore e il V. C. Frusinate. Ma questo Club, ed il resto, forse perchè non inscritti all’Unione, sono passati sotto silenzio.

Insomma, per farla corta, nei 231 km. tra Roma e Napoli non c’è nè un albergo, nè un caffè, nè un meccanico, nè un ufficio postale, nè un ufficio telegrafico, nè un console, nè un punto che valga la pena di essere notato. E si passa per Frosinone, Ceprano, Cassino, Capua ed Aversa. L’abbazia di Montecassino, monumento nazionale celebre per tutto il mondo civile, non è importante. Il ricordo dei famosi ozi di Capua non ha suggerito all’U. V. I.