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La proprietà letteraria 123

la severità della Giustizia; l’oculatezza, la perspicacia della Polizia giudiziaria” ed altre belle cose? Sono cose che si dicono così per dire e tutti sappiamo oramai quel che valgano. Io ho giuocato al tresette quasi tutte le sere per un anno intero con un Sostituto Procurator Generale, e quando nell’aula della Giustizia lo vedevo in toga con tanto di fascia e di berrettone e sentivo che gli davano del Rappresentante della Legge e qualche volta dell’Eccellenza, non potevo dimenticarmi che al tresette era una sbercia di prima scelta. Così, quando sento dire tutte queste bellissime cose a proposito della Giustizia e della Polizia, mi ricordo che tutte le cose umane, anche le guardie di pubblica sicurezza, sono imperfette, e che io non ho potuto ottenere che i miei diritti siano tutelati e che siano puniti coloro che li offesero.

Faccia come me l’egregio De Amicis. Si contenti che la Questura gli fa la guardia al pollaio e che, in caso, i Giudici, i Giurati, il Pubblico Ministero e il resto, puniscono chi gli rubò le galline. Non sia indiscreto e non chiegga alla Magistratura più di quel che possa dare. Io, per cacciare il malumore che qualche volta m’invade in faccia a certe enormità, mi distraggo raccogliendo molti casi che illustrano “la santità, l’inesorabilità, la severità ecc. della Giustizia”. Da quella Antologia si vedrà chiaro come noi ci contentiamo spesso delle parole e poco dei fatti. Vuole il De Amicis collaborare con me a questi Fasti? Se il Procuratore del Re ce li lascerà stampare, gli assicuro che saranno un bel libro.