Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, III.djvu/20

18

vrebbero appiccare a capo del letto accanto al vasello dell’acqua benedetta tutti coloro, che tolgono donna; e questo fu di mandare Gioseffo al ponte all’Oca per impararvi la medicina delle mogli fastidiose, dove egli vide bastonare gli Asini e se l’ebbe per inteso381.

Io fui quegli, che mossi il massimo Alighieri a chiarire come si dovessero cantare i versi della Divina Commedia quando il villano mesceva nella favella delle Muse la voce Arri, la quale veramente leggiadra apparisce e sonora, ma come propria alla mia lingua deve lasciarsi stare al suo posto382. Per me Filippo Macedonio legò agli uomini certa macchina da abbattere mura, più sicura di quant’ingegni seppe mai immaginare il De—Marchi bolognese, imperciocchè a quel tale che gli aveva magnificato l’Acrocorintio come ròcca inespugnabile, egli domandasse: se la via che vi conduceva desse adito ad un Ciuco, ed essendogli stato risposto: sì; soggiunse; dove non valgono tormenti bellici ed uomini armati, vale un Asino carico d’oro.

Merita grave considerazione questo altro fatto. Ti rammenti, sapientissimo, per quale gesto fu reputato dai cieli degno di corona Saulle: quel fiero persecutore di bàbbito buon’anima, il re David? Nello atto in che cercava le Asine di Chis; e il libro di Samuele è aperto lì per fartene fede383. Donde io intendo cavare due cose ugualmente buo-