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davanti agli occhi onde ne pigli spavento e lasci riaversi la libertà caduta; così costumano gli Spagnuoli nel circo di Tori per salvare cavallo e cavaliere traboccanti a rifascio per terra. Finchè la lingua vive, la libertà non è morta. Ponete mente, Italiani; quando la lingua vostra sarà guasta intera per vile abbiezione di voi altri tutti, la infamia ne farà un tappeto da morto e ve ne cuoprirà la bara: allora l’Italia avrà reso l’ultimo fiato davvero.

Ma che dico io? Dove sono? E a cui favello? — Da secoli il mondo passò, la Italia è morta.

Requiem aeternam dona ei, Domine, ed io trapasso a ragionare delle qualità intellettuali e morali dell’Asino.




NOTE


al §. XII.

(289) Plin., lib. 37, c. 70.

(290) Porcacchi, Descriz. delle isole del Mondo, p, 81.

(291) S. T. GERVAIS, t. I, p. 26.

(292) Sveton. in Nerone, c. 29.

(293) ELIAN, Hist. variæ, I. 2, 14.

(294) Porcacchi, Op. Cit., p. 164.

(295)

. . . . et lassata viris, necdum satiati recessit.
Juvenalis, Sat. 6.

(296) Plin., l. 10, c. 6.