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che la Natura si appoggia sopra la generazione di cui noi insegnavamo la pratica e la scienza, ma non c’era di bisogno279.

Celebrandosi a Roma con solenne e devota pompa la festività di Vesta, menavano gli Asini a processione incoronati di pane, volendo dimostrare per questa guisa che gli Asini e i popoli di cui sono immagine devono contentarsi questi di paglia, quelli di pane, e non badare più oltre: col volgere del tempo andò smarrito il senso di questo simbolo, onde i rettori dei popoli, buttato via ogni ritegno, levarono le fasce alla massima e la esposero nella sua nudità; però a Roma dissero che al popolo dovevano darsi panem et circenses, a Venezia giustizia in palazzo e pane in piazza; a Firenze, Cosimo dei Medici primo granduca, correggendo ed ampliando, comprese la scienza del governo in tre F, le quali denotavano: Feste, Forni e Forche. All’Asino scorticato di Ugo Foscolo piacquero invece tre A, vale a dire: Ara, Aratrum, Arbor patibularius, musica pari con istrumento diverso. — Ben è vero che Gesù Cristo aveva predicato: non solo pane vivit homo; e ci vuole un alimento d’idee e di virtù per l’anima, come il corpo desidera cibare il pane di grano: ma ahime! ai tempi miei Gesù Cristo aveva di catti che la Corte romana non mettesse il suo Vangelo all’indice dei libri proibiti280.

A Firenze che fu salutata meritamente Atene d’Italia, coperto di gualdrappa vermi-