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vicarii veri di Gesù Cristo essi erano, presero a cavalcare ordinariamente Mule, e i più santi fra loro, Asini addirittura. Narrasi dal monaco Tosti nella vita di Bonifacio VIII, come Celestino V quando entrò trionfalmente in Aquila montasse un Asino, e due re andando a pari con l’Asino lo accompagnavano264. Le cronache di cotesti antichi tempi ci attestano che l’Asino vestito in gala a canto a quei re non iscompariva e ci credo, come credo eziandio che nè anche i re a canto all’Asino scomparissero molto. I credenzoni del paganesimo avevano fede (ecco i frutti della ignoranza!) che la Pitonessa seduta sul tripode sentisse invadersi per di sotto da Apollo, il quale (considerate i gusti guasti!) da quella parte le dettava gli oracoli; a noi poi con più diritta fede è dato presumere che dal sedere che fece il pontefice sopra le groppe fatidiche dell’Asino gli venisse ispirata la virtù di rinunziare dopo cinque giorni al papato; per causa di umiltà e per la salvazione dell’anima — secondo che nella bolla di rinunzia a parole da scatola dichiarò cotesto santo padre santo265, avvegnadio corresse assai concorde opinione nel mondo che non tutti i santi padri avessero l’obbligo di diventare santi; all’opposto parecchi di loro furono proprio malanni, e Roderigo Lenzuoli, babbo specchiato di quell’angiolo di Cesare Borgia, informi per tutti. Me ne va il sangue a catinelle quando ripenso alle parole adope-