Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, I.djvu/14

10

breve però m’invase un divino furore, e volendo compire almeno tutta quella parte del corpo a cui aveva posto mano, esclamai:

— Rendetemi il mio cuore, e il mio cervello; per via di transazione datemi il necessario per rimontare tutta la parte superiore del corpo fino al torace; il fegato e la milza chi se gli ha presi li tenga, che assai mi dettero molestia nell’altro mondo, onde io mi passi del desiderio di ricuperagli in questo.

— La roba che pretendi, riprese il cappellano, non fu per niente necessaria nel mondo di là, immagina dunque se in questo! Io da cappellano di onore non mi accorsi mai, che per sedersi in tribunale a profferire sentenze facesse mestieri di cervello, molto meno di cuore: Ancora hai da sapere come generazioni innumerabili di vermini di cotesti tuoi visceri un fidecommisso perpetuo nelle famiglie proprie istituissero, e da parecchi secoli di padre in figlio pacificamente se lo tramandino. Vedi, qui ci si assiepa dintorno la discendenza di coloro, che ci hanno divorato. Tu, se te ne punga vaghezza, la puoi interrogare in proposito.