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34 il secolo che muore


Ed egli parlava di Dio, imperciocchè se taluno vi sostiene la esistenza di più Amori, non gli date retta; amore è tutto un etere; la differenza non istà nella sostanza affatto, bensì nel diverso grado del calorico. Ed ecco per qual guisa Gavino di amante si trasformò in fratello di Artemisia, ed Efìsio se ne compiacque: — me ne sarei compiaciuto anche io.

Le lettere accennano forse ad occulti ritrovi, od alludono a fatti che la pudicizia non può udire senza recarsi le mani su gli occhi? No davvero; amore tramandano sì, ma come i fiori il profumo e i rosignoli il canto. Io avrei tenuto cotesto lettere preziosissime come semenzai di buoni esempi da approfittarmene alla occasione, e il procuratore regio ci trovò delitti: gusto depravato! Io ci avrei adattato le strofe di una canzone di amore, egli ci vorrebbe adattare gli articoli del codice penale: voglie fradice! Ecco che cosa vuol dire essere procuratori regi. A me basti affermare, senza tema di venire smentito, che cotesto lettere nulla in sè contengono che dia appiglio alla turpe accusa. Ma che vide? Che cosa mai vide lo accusatore Efisio? Lo dica una volta: ma no... non dica nulla, egli lo ha già detto. Vide abbracciari e baciari; niente più, niente meno. Io innanzi tratto potrei opporre allo accusatore Efisio: tu sei testimone unico, opperò testimone nullo, etiamsi papa aut imperator fuisses; tuttavia io non voglio fargli torto: sta bene, abbracciaronsi