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capitolo xvi. 59


interruzioni, le quali devono parere nate li per li per provocare ex teinpore i frizzi e i motti visti e rivisti e corretti dallo autore. Eh! via, smettetela, cerretani! Credete voi che Cicerone improvvisasse la orazione pro Archia poeta? Demostene quella per la Corona? E Pitt, e Fox, e Sheridan, e Brougham, credete voi che improvvisassero i loro discorsi? Sapete voi chi improvvisa? Chi vagella.

Anche i bidelli secondo il grado hanno indossato le livree, e appeso al collo la catena; i deputati non ne hanno bisogno, perchè la più parte di loro venne al mondo sotto lo influsso della costellazione della livrea, e serva vestita nacque, e serva ignuda perirà. Quando conterete i miei anni, voi che leggete, andrete come me persuasi che nelle dimore degli uomini trovano alloggio tanto il genio della libertà, quanto quello del servaggio, — e ci ha perfino chi li piglia per fratelli. — E rispetto alla catena, io vi voglio dire che non vidi mai deputati destri scendere stretti insieme a combattere una legge ostile alla libertà, senza che mi ricorresse alla mente Giovanni di Lussemburgo re di Boemia, che, comunque cieco, volendo pure pigliar parte alla battaglia di Czecy, s’incatenò con altri cavalieri, e a questo modo combattendo incontrarono tutti miserabile morte. Dove non basterebbero Titani co’ cantoni di granito credete potercela voi Enceladi di carta pesta, lanciando fagiuoli con l’occhio?