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poichè ella o non può, o non vuole aiutare te, la sforzerò ben io ad aiutare me.

E staccatala dal muro la portò via, strillanti invano e reluttanti le donne. Omobono, nascostasi la tela sotto il palandrano, a scanso di scandali se ne andò difilato a venderla a Neftali rigattiere, il quale dopo un gran battagliare di parole gliela pagò due franchi; costava cinque volte più la cornice, e pure Neftali, comprata appena, se ne penti; temè qualche mal tiro di Omobono; stava proprio su i pruni, onde prima di mezzogiorno si disfece di cotesta mercanzia pericolosa. L’acquistò per dodici (e l’ebreo, come di rubrica, giurò per vita sua che gliela dava a scapito) una generosa devota; cosa ordinaria a incontrarsi, imperciocchè queste due qualità accordino insieme come il suono e la voce. La generosa, tornata a casa, levò da capo del letto una vecchia immagine della beata Vergine, e ci sostituì la nuova; poi le accese il lume, — e questo parve ordinato, perchè la ci avesse a vedere; poco dopo ci tirò sopra una tendina, — e questo evidentemente perchè non ci avesse a vedere; contradizioni umane, che si svelano da per tutto, anche al capezzale del letto delle generose.

Volle ventura che la portinaia, non vedendo scendere per tutto il giorno la signora Isabella, dubitasse che si sentisse male, e si appose; saliì, ed entrata in casa si accorse a un tratto della deso-