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sua primiera, non parve vero di dare una trafìtta al pretore.

Allora Elvira, usa a chiappare le occasioni a volo, chiamato in disparte il medico, lo tastò:

— O non sarebbe meglio che io me la riconducessi a Milano?

— Magari! Ma con questo boccone di scossa io non garantirei.

— Senta, dottore, io non voglio che da lei si garantisca nulla; sono io quella che intendo recisamente ricondurla a casa; desidero che ella ne sostenga la convenienza... la utilità... la necessità... la mia carrozza è comodissima, vostra signoria ci accompagnerà a Genova, occorrendo a Milano: e’ sarà mestieri accomodare mezza carrozza a modo di lettuccio, provvedere medicine, cordiali... dottore, la supplico, pensi a tutto lei, perchè, vede, se io non do la volta, è un miracolo: non badi a spesa, sa? Eccole un biglietto da mille; poi faremo i conti.

Lasciato il medico in asso, la Elvira tira da parte il prete e gli dice:

— La mi dia la mano.

— O che ne vuol fare?

— Mi conceda che io gliela baci.

— O signora marchesa, ma che le pare?

— La mia figliuola è salva! Ottenni la grazia, e non gabbo i santi io. Prenda questi due da mille