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Fabrizio, che si aspettava, secondo le persuasioni della sua vanità, almeno la presidenza della Corte di cassazione, con faccia scorrubbiata rispose secco: — Rifiuto.

— E perchè rifiuti? Sentiamo, via, le ragioni: forse la proposta ti riesce sotto il dente tigliosa? ovvero al gusto stantia?

— Ma voi, caro socero, dovreste sapere meglio di me come il sostituto del regio procuratore venga sempre commesso a sostenere le accuse contro gli imputati; ed io, che fin qui sostenni il nobile ufficio della difesa, mutati a un tratto studi ed instituto di vita, dovrò farmi accusatore... incettatore di vittime alla mensa della giustizia...?

— Quanto a questo poi, l’ufficio di liberare la società dai furfanti giudico nobile per lo meno come quello di scarmanarsi per tanti pezzi da galera; nè il banco della giustizia si ha da chiamare mensa, bensì ara; nè tu provvederesti, ma riceveresti le vittime consacrate all’altare; spetta ai giudici la parte di sacerdoti.

— No... non è così... provvisionieri della forca i regi procuratori: gl’impiccatori un po’ per uno: il giudice e il boia...

— Ubbie! proprio ubbie!... con voi altri non si vince nà s’impatta; o non avete sostenuto voi, e meritamente, le accuse presso i popoli liberi onoratissime quanto le difese e più, come quelle che