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10 il secolo che muore


lui si conservano negli archivi del regno, per la ragione che anche gli archivi delle questure e dei tribunali criminali possono chiamarsi drittamente archivi del regno: giovanetto, dichiarò guerra agli orti, ai vigneti e a quanti panni le massaie ponevano ad asciugare al sole; cresciuto, la mosse ai pollai in concorrenza colle volpi; più tardi alle pecore in concorrenza co’ lupi solo, ai bovi; e questa volta fu agguantato, e se non era certo suo fratello prete, uomo tenuto in odore di santità, che multis cum lacrymis si gettò deprecando ai piedi dei giudici, dalla maglia detto articolo 609 del codice penale sardo non isgattaiolava. E questa flussione delle unghie non arrivò mai a guarire radicalmente, imperciocchè, riuscito deputato, non potendo sgraffignare altro alla Camera, intascava le candele; e siccome altro non sapeva che di tratto tratto schiattire in Parlamento: — Si faccia la luce! si faccia la luce! — un certo bello umore gli tagliò addosso questo epigramma:

Il deputato Egeo con voce truce
     Urla che vuol la luce,
     Intanto, al suo proposito fedele,
     Alla Camera ruba le candele!

A lui, come ai grandi uomini suoi pari, procede ingrata la patria; ond’egli, sullo esempio di Scipione, si tolse volontario esilio, negandole le sue ossa. Venuto in terraferma, incominciò col sonare il violino nelle osterie, ma poi tirata la somma trovò ad