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capitolo x. 51


nonostante egli ingiunge al Brignone si spinga innanzi, e questi lo fa inoltrandosi fino a Monte Godio: allora il La Marmora lo pianta lì, e galoppando solo verso Villafranca, va a vedere come le cose procedano da questa parte, ed anche per condurre rinforzi al Brignone; di vero torna, ma trova il Brignone a mal ridotto dallo sforzo degli austriaci incalzanti, e costretto a ripiegarsi sopra Monte Godio: il terreno compariva ingombro di morti; si contavano tra i feriti il generale Gozzani e il principe Amedeo. A Custoza i nostri tentarono resistere, ma neanche in questo punto la fortuna volle arridere al valore scompagnato dalla perizia; fummo respinti. Il re, il quale se ne stava a contemplare la battaglia fra Villafranca e Custoza, visto retrocedere la divisione Brignone, corre via a Valleggio, di là varca il Mincio e si conduce a Goito: per questa guisa, se mai ci era stato sul campo di battaglia un comando supremo, venne affatto a sparire. Il La Marmora, per onestare la cosa, disse più. tardi essere stato suo intendimento sgarrare la prova sopra le alture di Custoza con le divisioni del secondo corpo, mentre il Bixio e il principe Umberto sostenevano il terzo corpo nella pianura; sproposito o bugia che il Rustow gli rimbecca, dichiarando: — dal suo stesso rapporto si fa manifesto, come ciò non fosse per nulla il caso, dimostra la sua testa in balìa di deplora-