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capitolo xiii. 269


dello imperatore, giovane svelta da levare il pel per l’aria, ed a quanto pareva devotissima a lei; si restrinse con essa, e prima di aprirsele, per iscoprire marina, la interrogò se si sarebbe maritata volentieri con Yanni, maestro di casa, in cui Eponina avendo posto confidenza grande viveva sicura, che l’avrebbe seguitata in qualunque parte le fosse piaciuto condursi. Katinka, che tale avea nome la cameriera, rispose subito a faccia tosta di no; onde Eponina, contrariata, ebbe a dire: sono uscita di casa col piè sinistro. Bisognò pertanto andare in traccia di altro ripiego, senonchè mentre stava cercandolo, ecco che le venne fatto di scoprire che Yanni e Katinka di pienissimo accordo avevano camminato nel medesimo veicolo, più miglia verso il paese del santo matrimonio, che a lei non sarebbe piaciuto conoscere; di che assai s’impermalì, e fece alla cameriera una ramanzina da levarle il pelo; ma la Katinka tutta umile si scusava col dire, lei avere dubitato che le interrogazioni della signora fossero per tastare il terreno, e chiarito il dubbio avrebbe dato il puleggio all’una o all’altro e forse a tutti e due, non garbando ordinariamente ai padroni tenere per casa marito e moglie. Non parve questa buona ragione ad Eponina, sostenendo ella che la giovane con lei doveva venirsene liscia; dopo tante dimostrazioni di affetto meritarsi schiettezza fraterna (come se il proverbio mancasse di avvertire, che