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che viene dopo, o che per questo dovrebbero buttare i pennelli fuori di finestra? Infinita è la varietà della natura; ogni creatura forma un tomo a parte: nel creato non occorrono sinonimi. Che, se lo scrittore non basta a somministrare al lettore tratti che gli valgano ad immaginarsi la bellezza descritta, è segno certe che non gli arrisero le Muse, e la Natura non glie lo volle dire; e se il poeta non mette varietà nelle descrizioni significa che trovandosi padroneggiato da un tipo (forse la faccia della donna sua) dimenticò l’obiettivo dell’arte pel soggettivo della passione, e lo incastra in tutti i suoi componimenti, come Raffaello adoperava della Fornarina nei suoi dipinti.

Eponina non ritraeva por nulla i contorni delle statue greche, che bellissime nel marmo, mi farebbe paura riscontrare nei volti di donna: sopra cotesti ovali di perfezione disperata, sopra cotesto linee rigide e’ sembra che tutto abbia a scivolare, suoni, aliti, baci, lacrime ed affetti: l’Amore, accarezzandoli, ci si reciderebbe le mani. Tale non compariva Eponina. La fronte avea larga e prominente alla radice dei capelli, poi con dolco curva rientrava fino sulle sopracciglia, donde prendeva principio un’altra curva delicata, quella del naso alquanto vòlto in su, quasi per aspirare quanto di vita alitasse nell’aria. Le chiome, composte ora in una foggia, ed ora in un’altra, e tutte leggiadre, ella teneva strette intorno