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quasi agnella innocente

l’anima divorarmi.
Linco. E qual è il lupo? Silvio?
Dorinda. Ah! tu l’hai detto.
Linco. E tu, poi ch’egli è lupo,
in lupa volentier ti se’ cangiata,
perché, se non l’ha mosso il viso umano,
il mova almen questo ferino, e t’ami.
Ma dimmi : ove trovasti
questi ruvidi panni?
Dorinda. l’ti dirò. Mi mossi
stamani assai per tempo
verso lá dove inteso avea che Silvio,
a piè de 1’ Erimanto,
nobilissima caccia
al fier cignale apparecchiata avea;
e, ne l’uscir de l’eliceto a punto,
quinci non molto lunge,
verso il rigagno che dal poggio scende,
trovai Melampo, il cane
del bellissimo Silvio, che la sete
quivi, come cred’io, s’avea giá tratta
e nel prato vicin posando stava.
Io, ch’ogni cosa del mio Silvio ho cara,
e l’ombra ancor del suo bel corpo e l’orma
del piè leggiadro, non che ’l can da lui
cotanto amato, inchino,
subitamente il presi;
ed ei, senza contrasto,
. qual mansueto agnel meco ne venne.
E, mentre i’ vo pensando
di ricondurlo al suo signore e mio,
sperando far, con dono a lui si caro,
de la sua grazia acquisto,
eccolo a punto che venia diritto
cercandone i vestigi, e qui fermossi.