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Lo sviluppo di un pianeta 56 « Nell’anno di poi il pozzo straripò, riversandosi all’infuori la lava e, scorrendo essa all’ingiù, riempiva parzialmente la depressione a nord-est. Al tempo di un’eruzione come questa, la lava s’innalza, trabocca e si raffredda, formando allora un orlo rialzato od un argine circolare. Non altrimenti si presume sia stato il metodo di formazione dei margini dei crateri della Luna. « L’altezza esterna degli anelli del cratere di Hale- maumau ben di rado eccede dai 15 ai 25 piedi (cioè dai 5 agli 8 metri). L’altezza interna varia costantemente col livello fluttuante della superficie del lago di lava. Quando l’altezza esterna diventa troppo grande per resistere alla pressione interna, l’orlo se ne va, la lava erompe fuori ed innonda le regioni circostanti. Per mezzo di questo successivo innalzarsi e straripare, l’intiera regione attorno ad Halemaumau fu rialzata finché gli argini divennero troppo alti e troppo spessi perchè lo straripamento potesse sfuggire al disopra od attraverso a quelli (oppure la corrente potesse essere stata innalzata mediante una pressione) ». Noi non abbiamo bisogno di ricercare tutte le analogie mediante le quali il Prof. Pickering s’ingegna di spiegare la formazione di crateri lunari e di vulcani di varie sorta; basterà dire che egli accampa degli argomenti validi per supporre che i resti visibili dell’azione vulcanica sulla Luna indichino che quell’azione era il più delie volte come una sorta di lenta ebollizione. Ad ogni modo i grandi crateri non sono le reliquie di grandi vulcani esplosivi. Noi possiamo quindi arguire che dei processi consimili abbiano avuto luogo sulla terra in un certo periodo. La ragione per la quale sono così numerosi gli anelli di crateri sulla Luna, e sono così rari sulla Terra, si è che quelli terrestri non sono generalmente permanenti, un risultato dovuto in parte a differenze di materiali, ed in parte all’azione di