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414 Lo sviluppo di un pianeta una diminuzione graduale delle acque sue. Noi dobbiamo soltanto ripetere rispetto a quella, l’opinione di ogni geologo da Suess a Geikie e Chamberlin e Salisbury, che vi sono stati dei periodi nella storia geologica in cui i deserti erano altrettanto largamente estesi quanto ora lo sono, e che nella storia media geologica, nel tempo del Permiano, vi è stata un’aridità ancor più grande di quella che prevale oggidì. Le memorie geologiche indicano che l’oscillazione di condizioni avviene lentamente. Nello stesso modo che vi sono stati dei periodi di aridità più grande di quanto siano adesso, così pure vi sono stati dei periodi ugualmente lunghi in cui la pioggia e l’umidità sono state più marcate. Il pericolo per la razza, se pericolo vi può essere, consiste non nelle catastrofi violenti, ma nello sbilancio mortifero di agenti di sorta quiete. Per esempio, una piccola proporzione di biossido di carbonio nell’atmosfera è necessaria alla vita vegetale ed a quella animale, mentre una proporzione grande sarebbe fatale agli animali che respirano aria. Se venissero a perdersi i tre o quattro centesimi dell’uno per cento ora presenti nell’atmosfera, tutta la vita se n’andrebbe con quelli ; se invece essi fossero accresciuti di poco soltanto per cento la più alta vita animale sarebbe soppressa o radicalmente mutata. Sul pianeta tanto gli agenti di fornitura, quanto quelli di richiesta sono abbondanti ; noi possiamo soltanto venire alla conclusione che sempre, dalla nascita della vita respirante all’aria in poi, qualche 40.000.000 di anni fa, il funzionamento alternato di questi agenti è stato cotanto bilanciato che, nè un eccesso fatale, nè una deficienza fatale, ha potuto riuscire a troncare la storia della vita più elevata. In un modo ugualmente serio l’abitabilità della Terra dipende da una serie ristretta di temperature medie,