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lxvi prefazione.


L’abate Chiari per alcun tempo «resisteva taciturno alle ferite» del Gozzi.1 Taceva, ma bolliva ed alla fine scattò anch’esso contro il Gozzi ed i Granelleschi;2 anzi fu il primo «che li sfidò a comporre commedie in sua competenza.3» Questa volta gli rispose il Conte Gaspare, poco o assai mescolatosi sempre in tutte queste baruffe:

Ma la Commedia è specchio naturale
   D’uman costume in favellar condito
   Urbanamente con faceto sale.4
Prima di fare a’ Granelleschi invito
   Fanne tu una non pazza, nè bestiale,
   Ma ch’abbia il suo ripien sano, e l’ordito;
                           Allor poi sali ardito
  Sul monte d’Elicona e li disfida;
  Intanto lascia che di te si rida.5

Nuova esca offriva ai Granelleschi la pace fatta fra il Goldoni ed il Chiari, palesatasi in un’anacreontica del Chiari al Goldoni, in cui lo chia-

  1. Memorie cit. Parte 1. Cap. 34, pag. 289.
  2. Tradusse dal francese un libretto sul Genio e i Costumi del secolo corrente e v’innestò osservazioni contro i suoi nemici. A lui ed al Bordoni, autore di un Nuovo segreto per farsi immortale un poeta sulle Gazzette, provocato dagli assalti della Gazzetta Veneta di Gaspare, rispose Carlo coi Fogli sopra alcune Massime del Genio etc. cit.
  3. Memorie cit. P. 1. Cap. 34, pag. 303.
  4. E che altro erano le commedie del Goldoni? Ma qui è il giudizioso Gaspare, che parla.
  5. Atti Granelleschi cart. 42. Vedi: Fogli sopra alcune Massime etc.