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prefazione. xli

Fra i molti però, che si mescolavano in questa lotta, chi si mostrava indifferente fra il Goldoni ed il Chiari:

E sì, a dirla tra nu, senz’altri bizzi,
I xe tutti do coghi belli e boni.
Che tutti do fa dei gran bei pastizzi;1

chi esaltava il Chiari sul Goldoni:

Chiari ve scrive in serio e più bello e pulito,
Chiari vien più brillante....
Bisogna aver pazienza, in tutto ancuo el lo supera
E col far insolenze, l’onor no se recupera.
Bisogna far fadiga, studiar come el fa lù,
Che allora po’ se vede quel che gh’a più virtù.
Via, bravo intanto, Chiari, poriève sempre ben,
Che diese matti parla de rabbia e de velen.
Voghè, Chiari, voghè, che da do anni in qua
De cento barche almanco avanti ghe se andà;2

chi finalmente, ed erano i migliori in Venezia e in tutta Italia, stava pel Goldoni. Per lui parteggiava altresì il Casanova, giramondo imbroglione, finchè si vuole, ma vivissimo ingegno di certo, che, mosso da ragioni non tutte letterarie, avventò contro il Chiari una filza di cattivi martelliani, e

  1. Sonetto anonimo nel Codice cit., della Raccolta Cicogna. Ma è di Giorgio Baffo, autore di molti altri sonetti riferiti nel Codice Cicogna ed è stampato nella Raccolta Universale delle Opere di Giorgio Baffo Veneto. (Cosmopoli, 1789).
  2. Codice Cicogna cit.: Della Commedia intitolata Le Done de Casa Soa del celebre Sior Dottor Carlo Goldoni.