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300 Turandot

Zel. Quai parole, Signor?
Cal. S’apra l’abisso,
     E questa schiava nel suo centro inghiotta.
     Se menzogna vi dissi.
Zel. Dubitate,
     Ch’io non vi dica il ver?
Cal. Dubito in parte,
     E sì forte è ’l mio dubbio, ch’io ricuso
     D’appagarti di ciò. Va a Turandotte,
     Dille, che m’ami, e ch’io le niego i nomi
     Per eccesso d’amor, non per offesa.
Zel. (con audacia) Imprudente, non sai quanto costarti
     Può questa ostinazion.
Cal. Costi la vita.
Zel. (fieramente) E ben; pago sarai, (a parte)
     Vana fu l’opra. (entra dispettosa)
Cal. Ite, inutili larve. Ah, le parole
     Di Schirina m’affliggono. Vorrei,
     Che l’infelice madre... il padre mio...
     Alma, resisti. Ancor poche ore mancano
     A saper tutto, a uscir d’angoscia, e spasmo.
     Riposiam, se si può. (siede sul sofà) La travagliata
     Mente brama riposo, e par, che venga
     Sonno a recar conforto a queste membra.
     (s’addormenta)