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prefazione. cxcix

Spagnuoli avevano già servito a molti, e principalmente, sul gusto del Gozzi, a Gio. Battista Andreini. Il Calmo ed il Ruzzante avevano già tentato inalzare gli umili intenti della Commedia popolare e rusticale.1 Carlo Gozzi dice finalmente egli stesso che queste, e non altre, sono le tradizioni teatrali, che volle raccogliere e conservare. Non parliamo delle contraddizioni, entro alle quali il Gozzi si dibattè nell’attuare il suo disegno. Sostenere le Maschere, parodiare gli avversari, rifare il fantastico del Pulci e dell’Ariosto, toscaneggiare come il Burchiello, ed essere popolare a Venezia, ricostruire il vecchio e comparir nuovo sono tutti (dice ottimamente il De Sanctis) «fini transitorii, i quali poterono interessare i contemporanei, dargli vinta la causa nella polemica e nel teatro, e che oggi sono la parte morta del suo lavoro.... Ciò che resta di lui è il concetto della commedia popolana in opposizione alla Commedia borghese.... Le Maschere rimangono nella sua composizione come elementi d’obbligo e convenzionali.... Il contenuto è il mondo poetico, com’è concepito dal popolo avido del maraviglioso e del misterioso, impressionabile, facile al riso e al pianto. Questo mondo dell’immaginazione è la base naturale della poesia popolana.... La vecchia letteratura se n’era impadronita; ma per demolirlo, per gittarvi dentro

  1. M. Sand, Masques et Bouffons cit. Tolomei, Delle Vicende del Vernacolo Padovano nell’Opera: Dante e Padova. (Padova, Prosperini, 1865.)