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cxxiv prefazione.

tende per quale motivo il Werthes abbia lasciato indietro tutte le sue Prefazioni e massime il Ragionamento Ingenuo1 e l’Appendice al Ragionamento Ingenuo2 e siasi esaltato poi tanto delle sue Fiabe, mentre in que’ due discorsoni avea pur condensato tutto il segreto della sua arte poetica e le ragioni delle polemiche letterarie e morali combattute colle Fiabe. «Forse internamente, scrive il Gozzi, non era persuaso de’ miei due Ragionamenti, ed io non mi offendo delle opinioni contrarie alla mia.3» Preziosa è questa ingenua confessione del Gozzi ed è come il principio di quella specie di malinteso fortunato, che passa fra lui ed i suoi furiosi ammiratori stranieri, i quali dell’opera sua accettano quella parte che conviene ai fini dei loro speciali dibattiti letterari, e acconciano un po’ a loro modo tanto l’uomo, quanto lo scrittore. Il Werthes, in ordine di tempo, appartiene al periodo, in cui lo spirito tedesco, guidato principalmente dal Lessing, si affranca dall’accademismo Francese per far ritorno, come si diceva, alla natura e alla libera fantasia, lo Sturm und Drang periode, il quale precede il lavoro concorde e fecondo del Goethe e dello Schiller, e precede pure il Romanticismo tedesco, propriamente detto, il romanticismo degli Schlegel e dei loro compagni. Presso tutti costoro, o per una ra-

  1. Nel Tomo 1 delle due Edizioni.
  2. Nel Tomo IV delle Ediz. 1772 e V dell’Ediz. 1801.
  3. Frammento Quinto e cemento cit. pag. 162.