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prefazione. cxxi

tero disprezzo,1 avea stampate queste parole:.... «In Italia non ci sono, come in Inghilterra, di tai foglisti. Dopo ch’io sono in Francia, se n’era introdotto uno in Venezia, che dando il titolo di Frusta letteraria al foglio suo periodico, non criticava, ma insultava gli Autori, ed io ero nel numero degli insultati; ma ha durato poco, ed ha finito, come meritava finire.2» Il Gozzi quindi non volle scemar pregio alle lodi prodigategli dal Baretti, quasi fossero dirette più all’avversario del Goldoni, che al poeta delle Fiabe; non volle che si potesse sospettare aver egli soffiato nei carboni roventi della Frusta Letteraria, quando il Goldoni era già in Francia e gli avea già lasciato libero il campo, e perciò nella lettera pubblicata nel 1801 fece con tanto zelo verso il Baretti la parte dell’apostolo Pietro nel pretorio di Pilato. E sì, che il povero Gozzi non sapeva quale fosse stato il giudizio definitivo dell’eccessivo e intollerante Baretti intorno a lui e con che ferocità d’espressioni lo avesse confidenzialmente manifestato al suo Don Francesco Carcano, nell’informarlo d’aver ricevuto in dono dal Gozzi stesso le sue Opere! «Mi aspettavo, scrive il Baretti, un banchetto poetico dei meglio imbanditi.... Ma che volete? L’animale ha guasti tutti i suoi drammi,

  1. Vedi nella mia Raccolta di Lettere Goldoniane la 49 all’Albergati del 16 Aprile 1764.
  2. Goldoni, Commedie, Ediz. Pasquali, Tom. XIII, Prefaz. alla Commedia: La Scozzese.