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122 la marfisa bizzarra

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     Tuttavia sostenean che i) pensar loro
era un astratto di geometria;
che degli antichi dettami il lavoro
erano pregiudizi e scioccheria.
Se si opponeva alcun del concistoro,
si dicevan l’un l’altro: — Andiamo via,
che le nostre scoperte e il nostro ingegno
non han che far colle teste di legno. —
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     Poi schiamazzando andavan per le sale,
criticando ricamo e acconciature,
e vomitando il lor genio carnale
per le dame piú belle creature.
— Se aver potessi — dicevan — la tale...
— Cara colei... vorrei... — mille sozzure;
ch’era infin lor legittima scienza
leggerezza e brutal concupiscenza.
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     Cert’inni infami d’uno stile impuro,
che tenean per sublimi e lor diletti,
a Venere, a Priápo, ad Epicuro;
certe lorde canzon, certi sonetti
da far entrare in succhio un tronco, un muro,
recita van que’ dotti giovinetti;
e le spregiudicate in ratto e in gloria
studiavan appararli alla memoria.
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     Tebaldo, cavaliere di Provenza,
e’ ha per entrata il titol di marchese,
ridotto industre dalla sua indigenza,
serviva dieci dame del paese,
ed era condottiere in diligenza
di tutte per un scudo l’una al mese.
Accordava con esse i punti e l’ore,
per esser puntual con le signore.