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un natale a ceylon 67

capelli grigi avvolti in trecciuole sotto il pettine cingalese di tartaruga ricurva, benchè non abbia altra veste che il gonnellino muliebre a scacchi rossi ed azzurri, egli ha sul petto ignudo, appesi tra gli amuleti contro i veleni, i cobra, i malefizi, uno scapulare di celluloide e una crocetta d’argento. È un puro ariano, dalla nobile faccia socratica che mi ricorda terribilmente un mio illustre insegnante di Università, tanto che ancora non riesco a vincere una certa esitanza, quando devo ordinargli di prepararmi il bagno o di lucidarmi i gambali....

Christmas, Cristmas! Sentite le campane?

È Matthew, l’altro boy, che entra esultando, con tutti i suoi denti bianchi, abbaglianti nel bronzo del viso. È giovanissimo Matthew, ha vent’anni e parla sette lingue; è un buon cacciatore e un ottimo cuoco; nessuno sa meglio di lui rammollire e friggere il legno della traveller-palm o cucinare la carne del pangolino squamoso o del vampiro-rossetta.

Con questi due compagni e il guardiano del bungalow — appena sufficienti in que-