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le torri del silenzio 31

strane, e subito son tolte dall’automobile la tavola portatile, le provviste, che Lady Harvet dispone in un grande vassoio: quei vassoi, che sono la tavolozza gastronomica dell’invidiabile appetito inglese, contenenti venti prodotti di tutti i climi: latte, miele, thè, marmellate indigene ed europee, canditi, sott’aceto, salati, e frutti tropicali.... Spolpo un frutto, un mangustani, che si mangia nella sua corteccia come un sorbetto, mitigando col succo di limone la sua dolcezza troppo aromatica; guardo intorno: il giardino ridente domina tutta Bombay, ma è deturpato dalla Società del Gaz, che ha insediato tra gli alti fusti delle palme-palmira un serbatoio colossale.

— Un gazometro? È la Torre del Silenzio, la maggior Torre; quelle altre sono le Dakmas minori, usate in caso di pestilenza.

La mia delusione è grande. Tower of Silence: il nome shelleyano mi prometteva non quel cilindro imbiancato a calce, ma quanto di più fantastico ha scolpito nella pietra la poesia della morte.

Un vallo senz’acqua circonda la torre e due ponti vi sono sospesi, che dànno ad