Pagina:Gozzano - Verso la cuna del mondo.djvu/53


le torri del silenzio 27

seggiata, il Bois de Boulogne di Bombay: interessante, misto, illogico, come un quadro futurista: tutti i veicoli: carrozzelle indigene, tirate da zebu gibbosi, dalle corna dorate, elefanti gualdrappati fino a terra di velluti ricchissimi, dai quali non emergono che i quattro zoccoli enormi, le zanne tronche, la proboscide, gli orecchi agitati di continuo come due ventagli; carrozze dai cavalli candidi precedute da araldi ansanti e vocianti: e dentro è adagiata la moglie, la figlia di un funzionario inglese, e la biondezza della signora, stilizzata secondo l’ultimo figurino europeo, fa uno strano contrasto con la magnificenza esotica ed arcaica dell’equipaggio, con i turbanti e i velluti dei cocchieri, con la nudità bronzata degli araldi. L’auto di un ricco Parsi, l’auto del Vescovo di Bombay, che sorride fra due prelati e benedice con la mano alzata di continuo la folla che s’inchina o s’inginocchia riverente.

In quest’ora di grande animazione, non ostante le rotaie, le automobili, le vesti parigine, la città ricorda Babilonia ed Alessandria, Roma e Bisanzio, i tempi favolosi; dà un senso di ricchezza e di ab-