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470 ATTO TERZO
Che senza rio contrasto

Possa sperar la mano
Stringer dell’idol mio, di me più lieta
Donna non fu, nè si darà nel mondo,
Nè veduto fia mai cor più giocondo.
Dorinda. Rosmira, onde proviene
Quell’aria di piacer, che nel tuo volto
Parmi di traspirar?
Rosmira.   Nuova speranza
Mi lusinga, mi rende
Lieta più dell’usato. Io di Roberto
Spero stringer la destra, e tu potrai
Se il desir mio non mi lusinga invano,
A Cleante, al tuo ben, porger la mano. (parte
* Non ami chi teme
  D’amore i martiri.
  È ver che si geme
  Con tanti sospiri,
  Si pena, si piange,
  Poi godesi un dì.
  E delle sue pene
  Tormento non prova
Q   uell’alma talora
  Che gode così1.

SCENA VI.

Dorinda sola.

Volesse il Ciel che il mio diletto e caro

Adorato Cleante
Fosse mio sposo alfin! Dal primo giorno
Ch’io mirai quel sembiante,
Vinta rimasi, e prigioniera, e amante. (parte

  1. Forse quest’aria, soppressa nell’ed. Zatta, non è del Goldoni.