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Crisostomo (ivi, p. 124). "Onestissimo galantuomo" lo chiamò l’autore dei Rusteghi nelle sue memorie: "le cui figliuole sono state le prime conoscenze e le care amiche della mia consorte in Venezia" (c. s.).

La musica del Vivaldi non riuscì a dar vita all’Aristide che il nostro autore non ricordò nemmeno negli elenchi delle proprie opere, stampati alla fine dei Mémoires. Una copia del libretto originale edito nel 1735 con la solita incuria dal Valvasense, trovasi presso il Museo Civico di Venezia, ed altra è a Roma nella Biblioteca Musicale di S. Cecilia (raccolta De Carvalhaes), ed altra nella raccolta privata del dott Cesare Musatti. Una ristampa fece il Tevernin a Venezia, nel 1753 (t. III delle Opere Drammatiche Giocose di Polisseno Fegejo), riprodotta a Torino dall’Olzati, nel 1757; e un’altra lo Zatta, nel 1794 (t. 35, ossia I della classe IV), poco dopo la morte del grande commediografo.

G. O.