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NOTA STORICA

Compiuto felicemente il primo anno della riforma teatrale con la recita della Putta onorata, il Goldoni, oltre le commedie per le quali era impegnato col Medebach, accettò di scrivere nella quaresima del ’49 un dramma giocoso da cantarsi nello stesso teatro di Sant’Angelo durante la fiera dell’Ascensione. Nei Notatorj inediti del Gradenigo, presso il Museo Civico, si legge in data 14 Maggio 1749: “Andarono in scena l’opere in musica nelli tre teatri, cioè in S. Samuele il Ltucippo [dell’ab. Pasquini]; a S. Cassano Fra li due litiganti il terzo gode, et in S. Angelo L’Arcadia in Brenta” (vedasi anche Wiel, I teatri musicali veneziani del Settecento, Venezia, 1897).

Quest’ultimo dramma, del Goldoni, sarebbe stato musicato, secondo il Dizionario Universale dei Musicisti dello Schmidl, fin dal 1746, a Piacenza, da Vincenzo Ciampi (vol. I, p. 341); ma anche qui vale quello stesso che dicemmo nella nota precedente a proposito del Bertoldo (p. 294). Nella Bibliografia universale del teatro drammatico italiano del Salvioli (Venezia, 1894-1901) e nel Dizionario universale di tutte le opere in musica (inedito) di Giuseppe Pavan è pure ricordata una recita del 1747 a Bassano, nel teatro Brocchi e Coltellini, con musica del Ciampi (v. pure Musatti, I drammi musicali di C. Goldoni, Venezia, 1902, p. 22 dell’estratto). Ma per quante ricerche siano state fatte di recente dal Musatti stesso, dal dottor Rolandi e dal prof. C. Magno presso la biblioteca stessa del Museo di Bassano, nessun indizio è apparso di tale recita e del libretto. L’edizione Zatta delle Opere teatrali del Goldoni dice, sbagliando, che l’Arcadia in Brenta fu “rappresentata per la prima volta in Bassano l’anno 1757”. In un elenco di libretti della Biblioteca Musicale di S. Cecilia in Roma, mandati nel 1892 all’esposizione di Vienna, è segnata un’Arcadia in B. edita a Bassano nel 1757: come mi comunica con la sua squisita gentilezza Ulderico Rolandi, l’appassionato e dotto raccoglitore di libretti in musica, che illustrò la vita e le opere del Bertati. Può essere avvenuta qualche confusione fra le due date. Il primo a provocarla è stato torse il Fétis, accennando all’Arcadia in Brenta quale prima opera musicata dal Ciampi, come vedemmo nella Nota storica del Bertoldo, e accumulando errore su errore. Non abbiamo finora nessuna prova che il Ciampi musicasse mai l’Arcadia in B., e mi pare del tutto da escludere che il Goldoni scrivesse il dramma durante il soggiorno di Pisa, per un modestissimo teatro di provincia e per un giovine compositore, ancora ignoto.

A Venezia ben comprendiamo la scelta dell’argomento, benché il Goldoni anche questa volta togliesse soltanto lo scenario, per così dire, il nome dei personaggi e il titolo dal libro notissimo del Sagredo, abbandonandosi poi, come argutamente confessa nella prefazione, alla libera fantasia. Questa Arcadia è una piacevole parodia di certe accademie del tempo: in essa si ritrova quasi lo spunto del Poeta fanatico, scritto l’anno dopo (v. vol. IV