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28 PARTE SECONDA
Xerse.   Tanta fierezza1

Inutile sarà. Se non consenti
Soddisfar le mie brame,
Prosontuosa, morrai.
Aristide2.   Ma la sua morte
Cara ti costerà.
Xerse.   Che miro? Incauto,
Nella mia reggia stessa
Vieni vittima indegna al sacrificio3?
Aristide. Venni, barbaro, venni
Dalle tue insidie a liberar la sposa:
S’altra via non mi resta,
Per salvar l’onor mio, che la sua morte,
Per le mie mani stesse
La mia sposa morrà. Sazia, crudele,
L’ira nel sangue mio;
Uccidimi, se vuoi, ma nell’onore
Non m’oltraggiar.
Xerse.   Cotanto
A te preme la sposa e l’onor tuo?
Aristide. Sì, darei per entrambi e sangue e vita.
Xerse. Questa sola cagion qui ti condusse?
Aristide. A costo ancor del mio periglio estremo.
Xerse. Va, che degno tu sei
D’una sorte miglior. Chi vide mai
Tant’amor, tanto zelo,
Per l’onor, per la sposa? Un raro esempio
Tu sei de’ maritati. Un raro esempio
Alle spose sarà la tua consorte;
Che sì facil non è, come si crede,
Una moglie trovar di tanta fede.
Carino. (Il re, per quel che io sento, è molto scaltro).
Bellide. (Il re deve saperne più d’ogni altro).

  1. Nell’ed. Valvas. c’è qui l’interrogativo.
  2. Nelle edd. Valvas., Tev., Zatta è qui stampato per errore: Arsinoe.
  3. Valvas.: sagrifizio.