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ARISTIDE 23
  Son vassallo, e son amante;

  Ho divisi1 col regnante
  Per colei - gli affetti miei,
  E sospiro anch’io mercè.
  Fan contrasto entro il mio core
  Il dovere con l’amore,
  La passion con la mia fè.

SCENA II2

Arsinoe, Bellide, Aristide.

Arsinoe. Partì l’indegno, ed il meschino al suolo

Cadde per mia cagion. Chi mai l’indusse
All’opra generosa? Ecco opportuna
Bellide a me sen vien. Fida compagna
Delle sventure mie, soccorri questo
Ch’or si muore per me.
Bellide.   Cieli, che miro!
Zitto, padrona mia, gettò un sospiro.
Arsinoe. Vanne; da quella fonte
Le fresche acque raccogli,
Aspergi il volto suo. Chi sa? potrebbe
Risvegliarsi così.
Bellide.   Dove si tratta
Di far la carità,
Donna di me più pronta non si dà.
Arsinoe. Volesse il Ciel che ritornasse in vita
Colui che l’onor mio
Generoso difese.
Bellide.   Eccovi un nappo
Pieno d’acqua gelata.
Arsinoe. Via, l’opera compisci.
Bellide.   Oimè! mi sento

  1. Ter. e Zatta: E divisi.
  2. Nell’ed. Valvas. è sc. VI.