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286 ATTO TERZO
La mamma nol saprà.

Vado subito, corro... (cade in terra
Bertoldino. Bastia matta, che fai?
Cacasenno.   Mi son stroppiato.
Maledetto quel re che m’ha chiamato. (parte

SCENA VIII.

Re. Lo saprai, Bertoldino.

Devi a casa tornar.
Bertoldino.   (Lo so benissimo,
E ne son contentissimo.
Re. E perchè non d lagni
Che la mia protezion sia stata vana,
Una ricca ti dono aurea collana.
Bertoldino. A me mi basta, che per cortesia
Voi mi lasciate star la moglie mia.
Re. Sì, sì, non dubitar. Ma tu ricusi
Quell’oro ch’io ti dono?
Bertoldino. Così pazzo non sono;
M’insegna la natura.
Quand’uno vuol donar, piglio a drittura.
  A riveder io torno
  Le affumicate mura,
  Qual notte tetra oscura.
  Ma là sarò contento,
  Sapete voi perchè?
  Perchè v’è la cucina
  Ove in un calderone
  Bolle quella farina
  Che forma la polenta,
  Che gusto mi darà.
  La Corte non mi piace.
  Goder vogl’io la pace;
  E so che di catene,
  Son piene - le città. (parte col Servo con la collana