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ATTO SECONDO.

Camera Reale.

Il Re ed Erminio.

Erminio. Sire, qual imponesti,

Vestì spoglia civil Menghina bella.
Se la vedi, signor, non par più quella.
Re. Facilmente s’avvezza
A sostener il ben chi soffrì il male;
E quando in alto sale
Donna che bassa è nata,
Non si ricorda più qual prima è stata.
Erminio. Pur troppo è ver. Menghina in un momento
Prese già il portamento
E il brio di cittadina;
Ma nata contadina,
11 rustico accoppiando al maestoso,
Un personaggio fa molto grazioso.
Re. Mi piace in ogni guisa;
Beltade acquista fregio
Talora dal difetto.
Erminio. Eh tenete celato il vostro affetto.
Se lo sa la regina,
Gran ruine preveggo.
Re.   Ella mi crede;
E tutto fo per mantenerla in fede.
Ma ecco, ecco Menghina,
Villanella non più, ma cittadina.

SCENA II.

Menghina vestita da cittadina, e detti.

Menghina. Largo, largo alla signora;

Chi m’inchina? Chi mi onora?