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190 | ATTO SECONDO |
SCENA III1.
Galleria.
Drusilla e Lindoro.
Che quella mia cugina
Quasi pianger mi fa. Trovai Lesbino,
Parlai per essa, e par che sia pentito
D’aver promesso d’essergli marito.
Drusilla. Ei n’ha ragion: quel vecchio di Belfiore
Vuol maritar la figlia
Senza darle la dote. Al giorno d’oggi,
Credimi, non è in uso
Le figlie maritar per il bel muso.
Voglion esser quattrini in quantità.
Ricchezza e non beltà si stima adesso.
Un tempo il nostro sesso
Era più rispettato;
Ora sono le donne a bon mercato.
Lindoro. Io per altro fo stima
Di voi, non della dote.
Drusilla. Eh scioccarello,
Non diresti così, se tu provasti
Meco i giorni infelici:
Son la fame e l’amor due gran nemici.
Buon per noi, che il tuo zio
Fa il tuo negozio e il mio.
Lindoro. Sì, dite bene;
Credo sia doppia pena
Aver la sposa, e non aver da cena.
Drusilla. Vanne; mandami qua le mie ragazze.
Vuò divertirmi un poco,
Voglio farle cantar.
- ↑ Questa scena è divisa in due nella Maestra scola, come si vede nell’Appendice.