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96 ATTO SECONDO
Lugrezia. Basta, m’ingegnerò; dammi quel foglio.

Oh che gran scarabotti! Oimè, che imbroglio!
Albumazar. Tu quella sei, per cui
Deve il Nume parlar; tu prima dunque
Intona il dolce metro,
Ch’indi noi tutti ti verremo dietro.
Collatino. (Ah Lugrezia, che fai con questi riti?
Giove superno e i nostri Numi irriti).
Lugrezia. (Questo è Nume, o non è: se non è Nume,
Secondare costui poco mi costa;
E s’è Nume davvero,
Com’è nostro desio darà risposta).
Albumazar. Via Lugrezia, che1 stiamo ad ascoltarti.
(Oggi con la pietà voglio ingannarti).
Lugrezia. Orsù, mi proverò.
  Dupra... Dupra...
Adagio un poco.
Ch’io non l’intendo bene.
  Dupraiosche aclà aclà
  Stocramatche fatakà2.
Tutti.   Dupraiosche aclà aclà
  Stocramatche fatakà.
Lugrezia.   Uzcha, Muzcha...

SCENA X.

Mirmicaina e detti.

Mirmicaina. Cossa xe sto zigar? Coss’è sti urli?

Siori, son qua anca mi:
Anca’ mi la me preme.
Quando volè cantar, cantemo insieme.
Albumazar. Sì sì, quel ti par.

  1. Così l’ed. Valvasense. Manca questo che, per errore, nelle edizioni Tev. e Zatta.
  2. Zatta: fatkà.