Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/529


527
Fabrizio. M’hanno legato.

Cecchina. (Oh bella in verità).
Fabrizio. Ah fermate, signor, per carità.
  (Se discioglier mi potessi
  Fuggirei lontan di qua. (tenta di sciogliersi
  Ab, signor, per carità. (lo spaventano
  Lei si fermi (a Ippolito
  Lei aspetti... (al Servo
  Oh, che nodi maladetti!
  Ma la vita, per pietà.
  (Son disciolto). Con licenza. (vuol partire
  Cos’è questa impertinenza? (lo minacciano
  Voglio andarmene di qua.
  Cosa vedo?
(Ippolito si scopre. Cecchina e Rosina si fanno avanti

Ippolito. a tre Ah ah ah.
Cecchina.
Rosina.
Fabrizio. Cos’è stato?

(a tre Ah ah ah.
Fabrizio.   Così si tratta con un par mio?
  Mi meraviglio; cosa son io?
  Se son venuto con voi, signore,
  Mi sono inteso di farvi onore.
  Non sono un sciocco, non sono un scrocco,
  Quest’insolenze non soffrirò.
  Cospettonaccio, me n’anderò. (parte

SCENA VI.

Ippolito, Cecchina e Rosina.

Cecchina. Davvero è andata bene.

Ippolito. Mi spiacerebbe
Ch’ei se n’avesse a mal.