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LA VENDEMMIA 515
Vedo che siete bene accompagnato;

La grazia di Cecchina, e poi non più. (con ironia
Cecchina. Anzi, anzi lei vale un perù.
Ippolito. Or via, ragazze belle,
Non entri fra di voi la gelosia:
Prendi, Rosina mia, questa fettuccia
Già tenevo per te.
Rosina. Bene obbligata.
O che bella fettuccia! (ne fanno pompa
Cecchina. Che nobil fazzoletto!
Il cor del mio padrone
È tutto mio.
Rosina. La sbagli.
Io son la più diletta.
Cecchina. Signor padron, di noi...
Rosina. Chi gode il vostro amor?

Cecchina. a due Ditelo voi.
Rosina.
Ippolito. Oh questo sì ch’è imbroglio;

Tacer non posso, e decretar non voglio.
  Cecchina mia carina,
  Tu m’hai rubato1 il cor.
  Amata mia Rosina,
  Per te mi struggo ognor.
  Quell’occhio tuo furbetto, (a Cecchina
  Quel labbro vezzosetto, (a Rosina
  Cara, mi fa languir.
  Tu sei... ma già m’intendi...
  Tu sei... ben mi comprendi
  Ah care pastorelle,
  Voi siete tutte belle,
  Degne d’eguale amor. (parte

  1. Nel testo: rubbato.