Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/485


LA CANTARINA 483
Marchese. Se vengo...

Madama. Obbligatissima.
Marchese. All’onor di servirla...
Madama. Ossequiosissima. (sempre inchinandosi
Vuol seder?
Marchese. Farà grazia.
Madama. In altra stanza
Più calda andrem, se si compiace.
Marchese. Oibò:
Caldo è ancor questo loco.
Dov’è madama, vi è per tutto il foco.
Madama. Scherza colla sua serva,
Scherza il signor Marchese gentilissimo. (s’inchina
Marchese. Servitor umilissimo.
Madama. Si degna
Di ber la cioccolata?
Marchese. Madama è sì garbata,
Che non so ricusare.
Madama. Mi dispiace,
Che non sarà da paro suo di lei.
Marchese. Quel che vien da madama,
È sempre perfettissimo.
Madama. Troppa bontà. (s’inchina
Marchese. Servitor umilissimo. (s’inchina
Madama. Ehi, paggio. Da sedere. (al Paggio
(Il Paggio porta due sedie, il Marchese dà la dritta a Madama
Madama. Troppo, troppo mi onora,
Marchese compitissimo.
Se vuol così... (inchinandosi siede
Marchese. Servitor umilissimo. (s’inchina e siede
Madama. È molto ch’è in Bologna,
Dica, signor Marchese?
Marchese. Sarà all’incirca un mese.
Per vedere il migliore,
Giro l’Italia in questo luogo, in quello;