Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/453


IL MATRIMONIO DISCORDE 451
Florida. Adattarmi non posso

A trattar gente vile.
Marchese. Un animo gentile
Non so come trar possa
In abbietto villaggio i giorni suoi.
Come fate a star qui?
Florida. Ci sto per voi. (dolcemente
Marchese. Per me?
Florida. Sì, Marchesino,
La vostra nobiltade, il grado vostro,
Il vostro spirto d’eroismi adorno,
Piacevole mi rende il mio soggiorno.
Marchese. Troppo gentil, troppo obbligante.
Florida. In grazia,
Perdonate; ora torno.
Deggio avvisare il cuoco,
Lo scalco, il maggiordomo, il credenziere,
Che oggi abbiamo alla mensa un cavaliere.
Perdonatemi adunque
Se per poco da voi mi ho da dividere.
Marchese. (Mi vuol fare costei crepar di ridere).
Florida.   Signor Marchese, fo riverenza,
  La mi perdoni, ritornerò.
  Gli vorrei dire, con sua licenza,
  Certa cosetta... gliela dirò.
  Mi piace tanto quel trattar nobile,
  Quel vezzo amabile, quell’occhio mobile...
  Non vorrei perdere - la libertà.
  Serva umilissima, ritorno subito.
  Che bella grazia! che nobiltà! (parte
  Marchese.
Donna deliziosissima,
All’estremo del buon tanto s’accosta,
Che per farsi burlare è fatta apposta.