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L'AMANTE CABALA 295
Catina. Mandèla a far squartar.

Filiberto. No per amor del Cielo,
No la vôi1 disgustar, perchè la spende.
Lilla. Ehi, l’istoria va lunga. (a Filiberto
Filiberto. Aspettème, che vegno. (piano a Catina
(Va crescendo l’impegno).
Lilla. E ben, scopriste ancora chi ella sia?
Filiberto. Con troppa gelosia
Ella il suo grado vuol tener coperto.
Lilla. Eh, signor Filiberto,
Per quel che io vedo, ben la conoscete.
Ditemi, che credete?
Che io sia di vista corta? V’ingannate;
Vedo assai più di quel che vi pensate.
Filiberto. (Misero se mi scopre!) Anima mia,
Di vana gelosia
V’avvelenate il core;
Sapete quanto amore,
Cara, che vi professo; il forte impegno
Sapete con cui v’amo. (Adesso vegno). (piano a Catina
Catina. (Oh co stuffa che son!)
Lilla. Dunque, mio bene,
Venite meco, andiamo a stabilire
Il matrimonio; io d’abbracciarvi, o caro,
Impaziente sono.
Non perdiamo più tempo.
Filiberto.   (Or viene il buono).
Catina. Sentì mo una parola: (piano a Filiberto
Dove vorla che andè?
Filiberto. Dal sartor colla roba. (piano a Catina
Lilla.   E che pretende
Da voi quella sfacciata
Col venirvi dintorno?

  1. Nelle edizioni del Settecento è qui stampato: vuol.