Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1928, XXVI.djvu/295


L'AMANTE CABALA 293
Filiberto. Secondatemi pure, e non temete. (piano a Lilla

(Ecco prese due quaglie in una rete).
La varda mo sto drappo,
La diga sel ghe piase. El xe de Franza
L’altro zorno vegnù.
(Anema mia, debotto1 son da vu). (piano a Catina
Lilla. Per verità, mi piace.
Filiberto. (Lo contrattai col suo padrone, e vuole
Ventidue lire al braccio). (piano a Lilla
Lilla.   Oh questo è troppo! (forte
Filiberto. (Lasciate fare a me). Noi costa manco
De venti lire al brazzo. Cossa disela?
Quanto ghe vorla dar?
Lilla. Sedici lire.
Filiberto. La se remetta in mi. Mettèlo via,
Tegnìlo da una banda. (il Giovine parte col drappo
(Dal suo padron io l’averò a buon patto).
(piano a Lilla
(In poco tempo un bel negozio ho fatto). (piano a Catina
Lilla. Ora pensar dobbiamo
A stabilir le nozze.
Filiberto.   (Eh, non è luogo
Questo per tal discorso). (piano
Catina. Oe, vegnì qua.
Cossa quella scacchìa 2 parla de nozze?
Filiberto. La xe per maridarse, onde la vuol
Dei abiti per far bella fegura.
(Tremo da capo a piè per la paura).
Lilla. Ehi, sentitemi un poco:
Quali negozi avete
Con quella mascheretta?
Filiberto.   Ella credeva
Che io fossi il principal della bottega...

  1. Or ora.
  2. Scachìo, detto del legno delle botti, significa secco e d’una persona, significa gracile, debole: Patriarchi e Boerio.