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PARTE SECONDA.

SCENA PRIMA.

Bottega da merciaio 1.

Filiberto vestito in collar2 da mercante, con Tiritofolo padron di bottega,
il quale non parla.

Filiberto. Tiritofolo, amico, che ne dite?

Non sembro uno de’ vostri
Disinvolti merciari3? In questa guisa
Travestito mi sono
Per prendermi piacere, e finger voglio
Con certe mascherette
Della vostra bottega esser padrone.
Però una tal finzione
Utile vi sarà; veder farogli
Le vostre robe, e s’elle ne vorranno,
Con i propri denar le pagheranno.
Per prendermi piò spasso,
Voglio mentir linguaggio e finger voglio
Il parlar veneziano.
Oh che gusto che avremo!
Tiritofolo mio, dammi la mano.
(Ecco una mascheretta
Bizzarra, vezzosetta:
Oh che grazia! oh che mina4!
Eh, non m’inganno affé. Questa è Catina).
Ehi, signor Tiritofolo,
Ritiratevi un poco in cortesia;

  1. Così Zatta. Nelle edizioni precedenti: marzer, voce dialettale.
  2. Così in tutte le edizioni, per collare: forma dialettale.
  3. Valvasense: marciari, forma dialettale.
  4. V. p. 33, n. 7 ecc.