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270 PARTE PRIMA
E ai omeni cussì la corre drio!

Filiberto. Oh che volto gentil! (guardando Catina
Via, facciami presto; (a Lilla
Conchiudiamo il negozio.
E peccato che lei
Perda la gioventù vivendo in ozio.
Lilla. Ma non è già concluso?
Questa è pur la scrittura,
La parola è già data, ai nostri patti...
Filiberto. Non bastan le parole:
Vi vogliono de’ fatti.
Lilla. Come sarebbe a dir?
Filiberto.   Far che preceda
La dote stabilita.
Lilla. Dunque vussignoria
Ama più la mia dote,
Che la persona mia?
Filiberto. Mi meraviglio:
Amo il suo personale,
E all’interesse l’amor mio prevale.
Sol le chiedo la dote,
Perchè con questo patto
Fra di noi stabilito fu il contratto.
Catina. Quanto che pagherave
Sentir cossa che i dise!
Filiberto. (Ella mi sembra (guardando Catina
Giovine di buon cuore).
Lilla. Ehi, signor sposo,
Cosa vuol dir? Quelle finestre han forse
Più della casa mia dolce attrattiva?
Filiberto. Dirò la verità, parmi quel volto
Altre volte aver visto, e tutta tutta
Ella si rassomiglia
A una parente mia nobile figlia.
Catina. (Certo i parla de mi; forsi culia